Le persone prima degli utenti

È un nerd di vecchia data cresciuto con videogame, cartoni giapponesi, libri fantasy e giochi di ruolo. Gli amici lo chiamano il “Nonno” da quando aveva 22 anni e nessuno se ne stupisce. Pur avendo una laurea in economia, va più fiero del suo diploma di ragioniere.

Per divertirsi ogni tanto mette abiti fuori moda di qualche secolo, per lo più fatti di lana, in piena estate

Fondamentalmente è un nerd, vecchia scuola, che impara le cose per conto suo, gioca di ruolo quando può e si veste da uomo medioevale quando il fisico e l’occasione lo consentono.

La cosa che lo contraddistingue è la sua pazienza, che molti reputano infinita. Tuttavia, come diceva il saggio Bud, non c’è cattivo più cattivo di un buono che diventa cattivo…

Calma e riservata. Ama la tranquillità e preferisce i luoghi isolati in mezzo al verde, alle piazze affollate e caotiche. Adora gli animali, sopratutto i suoi cani. Cucinare dolci la diverte, mangiarli ancor di più.

Nel tempo libero si diletta con gli hobby fai da te, tutti… o quasi. Dalle lavorazioni in stampa 3d, alla creazione di oggetti in legno, stoffa, resina… e chi più ne ha più ne metta!

Dice di essere curioso, ambizioso e testardo. Di sicuro sappiamo che è nato con l’anima nerd e cresciuto a pane e videogames: l’informatica e l’elettronica fanno da sempre parte del suo DNA. Ama lo sport, ma preferisce non praticarlo: l’Homer Simpson che è dentro di lui ha ormai preso il sopravvento. Si diverte di più a stare davanti ai fornelli.

Da buon testardo quale dice di essere, se ha un obiettivo in testa, la picchia contro il muro finché vede la strada giusta da percorrere per raggiungerlo.

Overthinker, collezionista di libri sul comodino e tab aperte su Chrome. Vive di solide insicurezze e vorrebbe potersi esprimere con le gif anche nel mondo offline.

Ha la cittadinanza australiana, ma non ha mai messo piede nella terra dei canguri. Ha fatto la maratona dei film di Harry Potter senza prendere sonno. Si è fatta i capelli bianchi perché da bambina voleva essere Tempesta degli X-Men.

Uomo di poche parole, quando non scrive bug si destreggia tra Lego e Cultura Giapponese. Dice di avere un gatto ma nessuno lo ha mai visto dal vivo. Ama molto il gelato, la pizza e provare spritz strani.

Per il suo matrimonio ha messo dei gemelli di Lego e scarpe da ginnastica arancioni.

Un metodico creativo rimasto all’età dei perché. Rimane a bocca aperta davanti alla natura. Ama il sole, la neve, le spiagge (quelle vere), le montagne, la musica, la F1, la fotografia… Ama anche tante altre cose, ma lo spazio da completare era finito.

Ha camminato quelle vie che curvano seguendo il vento di bolina che ha portato i sesantottini alla pensione ma ha cambiato rotta quando sull’orizzonte degli eventi si è aperto il multiverso; e il multiverso è un concetto del quale sappiamo spaventosamente poco.

Sorriso sempre acceso, amante di viaggi che finiscono dall’altra parte del mondo e collezionista di thriller che tengono svegli fino a notte fonda. Crede che il miglior modo per conoscere un posto nuovo sia assaggiarne tutto il cibo possibile.

Da buona veneta non rinuncia mai a un aperitivo. A casa la aspetta Arnold, il bull terrier che ha sempre l’ultima parola.

Vive di parole, abbracci e sorrisi, ma anche di pizza e gelati alle creme. Ama stare all’aria aperta, tra boschi e colline o spiagge deserte. Ha un gatto che russa, soprattutto quando lei guarda i film della Marvel.

Da super fan di Patch Adams, ha indossato il naso rosso per 15 anni: a tempo perso faceva il clown tra i bimbi ospedalizzati.

Intuitivo ed empatico come pochi, fa concorrenza a Xavier degli X-Men. Gli basta uno sguardo per capire chi ha davanti, anche con un occhio solo. La sua specialità è risolvere problemi, quelli degli altri. Sempre in prima linea quando si tratta di aiutare il prossimo. Non a caso cita spesso Martin Luther King “Ogni uomo deve decidere se camminerà nella luce dell’altruismo creativo o nel buio dell’egoismo distruttivo.”

Vorrebbe visitare i Caraibi solo per vivere in prima persona l’esperienza che si prova giocando a “The Secret of Monkey Island”. Alla fine, al posto di usare 7 giorni della sua vita per visitare i Caraibi, ne ha usati 200 per creare un videogioco che potesse trasmettere le stesse atmosfere.

Ancora ci si interroga se è nato prima Matteo o Meta Line, visto che lavora qui da quando andava a scuola. Quando organizziamo qualcosa tira sempre pacco dicendo “devo tagliare l’erba” anche se ormai in giardino l’ha messa sintetica.

“Sì, gioco a Pokemon ma tutte queste carte non sono per me, sono per mio figlio.”

L’importante non è ciò che fai ma ciò che SEO.

Dicono che Benjamin Button sia ispirato a lui: dimostra la metà degli anni che ha. Ovunque vada, porta con sé la sua sciarpa di Serpeverde.