Il momento che stiamo affrontando è senza precedenti, inutile negarlo. L’emergenza sanitaria dovuta al Covid19 ha riscritto il presente e ci ha obbligato a rivedere completamente i nostri stili di vita e di lavoro.
Se la questione sanitaria rimane la priorità e tutti siamo tenuti a fare la nostra parte nel contenere la diffusione del contagio, è vero anche che c’è un’altra grande nube che oscura la situazione: la crisi economica. Il blocco forzato delle attività dovuto alle misure di distanziamento sociale indispensabili per limitare il contagio stanno creando non pochi problemi al tessuto economico.
Chi come noi si occupa di digital marketing, o più semplicemente di marketing, si è trovato nel giro di poco tempo catapultato in una realtà completamente diversa rispetto a quella in cui eravamo abituati ad operare, in cui le priorità del nostro pubblico sono cambiate drasticamente in funzione di una problematica universale che, in un modo o nell’altro, ci colpisce tutti, nessuno escluso.
E sono cambiate anche le priorità nei consumi: se le limitazioni negli spostamenti hanno portato un incremento degli acquisti online per quanto riguarda alimentari e prodotti farmaceutici, il divieto di aggregazione che ha tagliato drasticamente le occasioni sociali si riflette nel calo dei consumi di beni come l’abbigliamento.
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Questo calo nei consumi da parte degli acquirenti finali si riflette a sua volta sulla spesa B2B, con tagli agli investimenti da parte delle aziende. Come ben sappiamo ormai, uno dei primi costi ad essere tagliato in questi momenti di crisi è spesso e volentieri il marketing, visto da molte PMI come un’attività “opzionale”, da fare se avanzano tempo e budget.
Gli affari vanno alla grande? Non c’è tempo da perdere sul marketing, bisogna lavorare.
Le cose prendono una brutta piega e bisogna contenere i costi? Tagliamo sul marketing che tanto non serve.
Ma siamo certi che tagliare sul marketing sia la soluzione giusta? Noi pensiamo di no, anzi, forse è proprio questo il momento di spingere – con i dovuti presupposti – sulle attività di marketing. Vediamo perché e come.
Una prospettiva sul futuro
In un recente articolo pubblicato sul blog di SparkToro e ripreso anche in un ulteriore approfondimento sul blog di Moz, l’esperto di SEO e digital marketing Rand Fishkin avanza un’ipotesi di scenario su quello che sarà il futuro prossimo.

Fonte: Read the Room – SparkToro
Secondo Fishkin, nei prossimi 12 mesi assisteremo a tre ondate: la prima è quella che stiamo vivendo in questo preciso istante, che ha avuto inizio da Marzo e che continuerà almeno fino alla fine di Aprile. In questa fase tutto ruota attorno al Covid19 e qualunque attività deve fare i conti con la centralità che la malattia ha nelle nostre vite quotidiane.
La seconda fase, che va da maggio 2020 a febbraio 2021, è quella del passaggio alla “vita online”, la nuova quotidianità che ci accompagnerà fino al ritorno alla (nuova) normalità, quando auspicabilmente la situazione sanitaria sarà sotto controllo e il vaccino sarà pronto (terza fase).
Forme di comunicazione, pubblicità e marketing che fanno finta che il problema non esista o che dimostrano scarsa sensibilità, non solo rischiano di essere ignorate, ma possono addirittura avere ripercussioni negative sulle aziende.
Certo le persone hanno voglia di contenuti che le aiutino ad evadere, ma non possiamo pretendere che il nostro marketing venga percepito in questo senso. Il consiglio è invece quello di “read the room”, cioè “leggere la stanza”. In altri termini, guardarci intorno e analizzare la realtà che ci circonda, nello specifico:
- il nostro pubblico
- il nostro posizionamento di brand
- come e dove comunicare b) ad a)
Come riuscirci? Semplice, dobbiamo conoscere bene il nostro mercato e le nostre buyer persona, le difficoltà che stanno incontrando, le soluzioni di cui hanno bisogno e come vengono influenzate dall’ambiente che le circonda. E agire di conseguenza.
Pensiero strategico e brand awareness: le opportunità in quarantena
In termini pratici, questo si traduce nel non smettere di fare marketing, ma rivedere il modo in cui lo si fa.
Il rallentamento e lo stop forzato di gran parte dell’ecosistema di mercato ci sta dando l’opportunità unica di fermarci un attimo e riflettere. Riflettere sul nostro operato e capire come comportarci per farci trovare pronti quando questo Cigno Nero sarà volato via.
Quali sono queste opportunità? Ce le ha illustrate il nostro CEO Enrico in un questo articolo su Linkedin e sono principalmente due:
- la prima è quella di dedicarci al pensiero strategico, cioè ripensare alla nostra azienda, ai processi, anche al nostro modello di business in funzione del futuro. Non abbiamo la sfera di cristallo e nessuno sa bene come cambieranno le cose, ma possiamo provare a immaginarlo a partire dalla nuova quotidianità che ci circonda. Il cambiamento è già iniziato e lo stiamo vivendo sulla nostra pelle, dall’accelerazione dell’utilizzo di modalità di lavoro smart all’incremento degli acquisti online, e ci sono tutti i presupposti per pensare che questi nuovi “paradigmi digitali” resteranno con noi anche quando la quarantena sarà finita.
- la seconda è lavorare sulla brand awareness. L’obbligo di restare a casa per tantissime persone ha portato ad un incremento del traffico internet del +30%. In questo momento il web è diventato strumento di lavoro, fonte di informazione e svago, alternativa alla nostra vita analogica fatta di incontri, viaggi e occasioni sociali. La vita di tutti i giorni si è spostata online creando una platea ancor più ampia. Le aziende hanno quindi l’occasione di farsi conoscere e arrivare ad un pubblico ancora più vasto con il proprio brand, a patto di farlo nel modo giusto.
Continuare a fare marketing come abbiamo sempre fatto non è pensabile, occorre rivedere le strategie per renderle rilevanti alla situazione attuale. Se abbiamo in programma il lancio di una nuova campagna o di un nuovo prodotto, è il caso di chiederci come potrebbe essere percepito dal pubblico in questo momento. Il modo migliore che abbiamo per fare marketing ora è quello di puntare sull’empatia e cercare di essere utili, di dare qualcosa che può in qualche modo aiutare concretamente il nostro pubblico e generare valore.
Ci porterà lead? Probabilmente no o almeno non nell’immediato, ma ci darà molte più possibilità di farci ricordare e di essere in cima alla lista delle opzioni quando arriverà il momento giusto.
Perché quando la quarantena finirà (e finirà), quello che ci troveremo davanti sarà un mondo nuovo al quale dovremo essere pronti ad adattarci.
E farci cogliere impreparati è un lusso che non possiamo permetterci.
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